Una patente per la babysitter

Una patente per la babysitter
Il lavoro domestico si lega a un giro d’affari pari a 19 miliardi di euro l’anno, tra colf e babysitter. Eppure, non esiste alcuna regolamentazione sulla formazione di queste figure professionali. Le cose stanno cambiando?

Esiste una certificazione per le babysitter?

D’ora in poi, colf, badanti e babysitter potranno accedere, su base volontaria, a un esame che certifichi competenze, abilità e conoscenze professionali acquisite secondo standard europei. Fino a oggi, non esisteva una certificazione riconosciuta a livello nazionale. È stato l’UNI – Ente Nazionale Italiano di Unificazione, associazione privata senza scopo di lucro riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea, che da quasi 100 anni elabora e pubblica norme tecniche volontarie (le norme UNI, appunto), a pubblicare a fine 2019 un documento che definisce i requisiti di conoscenza, abilità e competenza delle figure professionali che operano nell’ambito dell’assistenza familiare.

Quale formazione dovrebbero avere le babysitter, colf e badanti?

La UNI 11766, questo il nome della norma, richiama l’importanza della formazione di colf, babysitter e badanti. Di qui la strutturazione di un esame che sancisce la professionalità del lavoratore, a cui si può partecipare solamente avendo acquisito precedentemente tre requisiti: la conoscenza base della lingua italiana; un attestato di partecipazione a un corso di formazione di almeno 40 ore per colf e di 64 ore per badanti e babysitter; un regolare contratto di lavoro domestico di almeno 12 mesi in un triennio. Per accedere all’esame, c’è poi l’obbligo di sottoscrivere un codice deontologico: 9 regole di comportamento da tenere in casa, a partire dal rispetto della privacy della famiglia, fino al linguaggio, al rispetto per il metodo educativo scelto dalla famiglia e per le regole della casa.

A quali associazioni mi posso rivolgere per avere più informazioni sulle babysitter accreditate?

«La norma tecnica Uni 11766:2019 – dichiara Alessandro Lupi, vicepresidente Assindatcolf, l’associazione nazionale dei datori di lavoro del settore domestico, e vicepresidente EbinColf, l’Ente Bilaterale Nazionale del comparto che, insieme alle parti sociali firmatarie del CCNL, ha promosso l’iniziativa – colma un vuoto normativo poiché, prima d’ora, in Italia non esisteva un sistema di riconoscimento e certificazione delle competenze per colf, badanti e babysitter. Oltre a questo, vengono per la prima volta messe nero su bianco delle regole di condotta da seguire in casa». Da quando la norma sarà applicata, le famiglie potranno valutare se dare precedenza alle babysitter che avranno superato l’esame, scegliendo così di avviare una collaborazione con una Mary Poppins ancora più credenziata. Tratto da Nascere Mamma | di Carlotta Cordieri